“Perché dovrei leggere questo libro?” , penso che questa domanda ce la siamo posti tutti – di fronte a una copertina, il titolo o lo spessore di un tomo – prima di immergerci nelle pagine.
Nel caso di Io sono Contessa di Cinzia Giorgio, edito da Newton Compton, la risposta è immediata: perché è un libro bello, piacevole e molto interessante. Un risultato non semplice, considerando che su Matilde di Canossa esiste una vasta bibliografia. Eppure, Cinzia Giorgio riesce a offrire una prospettiva originale e coinvolgente.
La forza di questo libro risiede nella capacità di portarci dentro la mente e il cuore di Matilde, facendoci vivere in prima persona i suoi stati emotivi. Proviamo il dolore per la perdita della sua bambina, una ferita che non si rimarginerà mai, e il peso della consapevolezza che difficilmente avrà altri figli. Sentiamo il tormento che la spinge a lasciare la casa e il marito, un gesto che per l’epoca rappresentava una vera rivoluzione personale.
Cinzia Giorgio ci regala una Matilde viva, tormentata e audace, mostrandoci le sue fragilità ma anche il suo coraggio. Un aspetto che ho trovato particolarmente interessante è il modo in cui il libro esplora il contrasto tra l’aspetto pubblico di Matilde – una donna di potere, stratega, determinata a sostenere il Papa contro l’Impero – e la sua sfera privata, ricca di desideri, rimpianti e momenti di riflessione.
Il racconto si sviluppa con uno stile narrativo che fonde la precisione storica con un ritmo avvincente, rendendo la lettura stimolante ed emozionante. Tra le pagine si percepisce il talento dell’autrice, la sua capacità di rendere la storia accessibile e, allo stesso tempo, intensa.
Quindi, se cercate un libro che vi trasporti nel Medioevo, ma attraverso una prospettiva intima e unica, questo è il libro che fa per voi. E credetemi, non importa se siete appassionati di storia o semplicemente di grandi racconti: Io sono Contessa vi conquisterà.
Grazie, Cinzia Giorgio, per averci regalato un’opera che celebra una figura straordinaria come Matilde di Canossa, ricordandoci che la sua eredità non è solo nei fatti, ma anche nelle emozioni e nelle sfide che ancora oggi possiamo comprendere e ammirare.